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09/11/17

Viva la "rigidità"!

Qualcuno di voi leggendo il titolo di questo post penserà che io sia diventato matto.
Il fatto è che troppo spesso ho sentito usare la parola rigidità a sproposito quando si parla di macrobiotica e la cosa mi spiace molto. Il problema è che spesso viene confuso questo termine con la disciplina che appartiene a coloro che in questo caso sanno che, per vedere come il cibo lavora in modo importante sul corpo umano sia necessario un certo sforzo di volontà.
Infatti, in un mondo dove tutto ci sembra sia dovuto, dove con il pretesto che bisogna volersi bene accettiamo sempre di venire blanditi da messaggi rassicuranti anche quando avremmo bisogno di qualche sano scossone e dove i problemi vengono nascosti sotto il tappeto fino a quando non si può più fare a meno di ignorarli, ecco, in un mondo come questo parlare di disciplina non può che essere visto come un qualcosa di pericoloso.
Ed è così che chi è determinato a prendere in mano la propria salute per la società diventa "rigido" quando in realtà è soltanto una persona responsabile.
Ma cosa intendo per essere  responsabile e disciplinato? 
La respons - abilità è  semplicemente la capacità di dare una risposta o di porre rimedio a qualcosa; in genere si tratta di un problema o una difficoltà
Per far si che ciò sia possibile, dobbiamo aver ben chiaro  quanto abbia inciso il nostro comportamento nell'originare il problema in modo da capire poi cosa possiamo cambiare di questi nostri comportamenti affinchè la situazione si risolva.
E' per questo motivo che dare la colpa ad altri, indipendentemente da quanto siano fondate o meno le nostre accuse, non è un atteggiamento vincente perchè porta a concentrarsi verso fattori sui quali non abbiamo alcun potere e a dimenticarsi su quali fattori possiamo agire ritrovando, in questo modo, il nostro potere personale.
Per modificare dei comportamenti negativi bisogna intraprendere una serie di azioni positive che sostituiscano quelle vecchie. Questo cambio però incontrerà per forza di cose delle resistenze a causa del fatto che il cervello umano fondamentalmente detesta cambiare un abitudine che trova confortevole a livello sensoriale, anche se questa abitudine si rivela dannosa a medio-lungo termine.
Il cambiamento quindi avrà modo di insediarsi in noi dopo che avremo cambiato le nostre azioni per un po' di tempo.
La capacità di ripetere nel tempo un'azione benefica in sostituzione di una dannosa gestendo le resistenze che si creano durante questo processo è la disciplina.
Tutto ciò tradotto in modo molto pratico nel contesto dell'alimentazione o della macrobiotica suona più o meno così: se vogliamo davvero vivere la salute di cui parla Ohsawa, dobbiamo evitare di mentire a noi stessi e praticare il metodo per come viene spiegato almeno per un certo periodo di tempo.
Questo non significa crearsi una prigione mentale di precetti e divieti. Ohsawa era solito dire che una prescrizione alimentare non è una condanna. Si tratta di essere coerenti e abbastanza intransigenti per un certo periodo che può andare da una settimana ad un mese.
Per chi non sta bene di salute tornerà il tempo in cui potrà allargare il suo modo di mangiare (sempre orientandosi con il buonsenso dando un'occhiata a quelle che sono le linee guida generali) , ma prima bisognerà lasciare il tempo che servirà al cibo per migliorare la nostra condizione e rendere più semplici i nostri gusti e le nostre abitudini alimentari.
Certo, come scrivevo prima cambiare non è una passeggiata perchè la nostra tavola e il nostro frigorifero sono le nostre più grandi zone di confort, ma come avviene in tutti i processi evolutivi, per crescere è importante lasciare il conosciuto e provare nuovi territori, con tutte le paure e le difficoltà che questa scelta comporta.
Vi siete mai chiesti se sia più rigido chi ha il coraggio di mettere in discussione le proprie abitudini alimentari o chi non si sposta mai dai propri schemi anche quando sono dannosi? Avete mai provato a vederla sotto questo punto di vista?
Credo ci sia molto più dogmatismo e rigidità in tante persone che seguono lo stile di vita dettato dai media piuttosto che in chi segue la macrobiotica o altri modi di mangiare alternativi con intelligenza.
Invece le persone che buona parte della società definiscono come "rigide" in realtà:
- Ascoltano il  corpo e i suoi segnali, quindi sanno come rapportarsi al cibo e quando eventualmente porsi dei limiti.
- Seguono un modello in maniera coerente perchè sanno che questo è l'unico modo per ottenere dei risultati. Se quei risultati non arrivano mette in discussione il modello oppure mette in discussione il proprio approccio.
- E' concentrato a migliorare se stesso e non ha tempo per i giudizi. Vive con uno spirito di apertura e condivisione.
Quindi diciamolo una volta tanto, viva la "rigidità"!!



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