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03/09/19

La caduta e la resurrezione del dottor Gyland e dello scrittore Pezet

Nell'articolo precedente (che puoi leggere qui) ho voluto darti una panoramica di come lo zucchero, una volta ingerito, sconvolga  l'equilibrio glicemico del corpo e di come le cellule cerebrali, che sono le più sensibili alle variazioni di glucosio del sangue, ne risentano pesantemente.
Ora ti dirò invece di come mondo dell'alimentazione naturale (di cui il sottoscritto, a volte suo malgrado, ne è parte :D) debba ringraziare lo zucchero!! Dico davvero: se non ci fosse stato lo zucchero che ci avesse reso così deboli e pieni di problemi, probabilmente non avremmo mai cambiato alimentazione e capito quanto essa fosse importante! Non avremmo cambiato parte del nostro destino!
Infatti i danni che lo zucchero apporta a livello fisico e psicologico non sono certo un segreto per coloro che l'hanno eliminato dalla propria dieta.
Questa certezza nasce in noi non tanto dopo esserci fatti convincere da studi scientifici (che eppure sono numerosi e autorevoli) nè tantomeno dalla fede cieca in qualcosa di filosofico e astratto.
No, nulla di tutto questo ci ha portato a capire davvero, semmai la ricerca delle prove o aderire a una filosofia è qualcosa che è venuto dopo la nostra presa di coscienza. Ma la presa di coscienza è avvenuta per mezzo di un processo empirico, terribilmente pratico e terribilmente reale:semplicemente, dopo tanti tentativi falliti e sofferenze, abbiamo provato a fare a meno dello zucchero e a cambiare alimentazione e sorprendentemente, dopo poco tempo abbiamo iniziato a sentirci molto meglio. Nè più nè meno.
E non c'è davvero altro modo di capire che verificando su di te. E stranamente più il modo di verificare è semplice, meno sono le persone che lo intraprendono.
Forse perchè è responsabilizzante, forse perchè apparirai come quello strano, l'invasato, forse perchè hai paura che ti prenderanno in giro, hai paura di perdere l'affetto di chi ti sta vicino...insomma i motivi possono essere tanti.
Tu hai mai provato ad abolire lo zucchero e l'alcol per un mese e a passare ad un alimentazione in prevalenza di cereali integrali, verdure e legumi? No, non si muore, però nei primi giorni l'organismo non prende tanto bene questo cambiamento, questo è vero. No, non è triste questo modo di mangiare, non necessariamente. Dici che ci si sente meglio per un effetto placebo? Intanto prova e poi mi dici.
Se hai paura di fare questo passo da solo fatti seguire da un dietologo, o da un nutrizionista, fai quello che vuoi, basta che togli zucchero e dolciumi dalla tua dieta e trovi dei sostituti validi (a tal riguardo puoi leggere un mio articolo che ne parla cliccando qui).
Per farti capire meglio voglio riportarti alcuni passaggi ancora dal bestseller "Sugar blues, il mal di zucchero" di William Dufty che ti consiglio vivamente di aggiungere alla tua libreria personale:

"La storia del dr. Stephen Gyland di Tampa, Florida, è un caso esemplare. Questo medico cadde ammalato, con una miriade di sintomi e disturbi mentali e fisici: perdeva memoria e capacità di concentrazione; era debole e in preda alle vertigini, col cuore dal battito accelerato senza un motivo apparente; soffriva di crisi d'ansietà e di tremori inspiegabili.
Il dr. Gyland andò da uno dei più grandi specialisti che conosceva, per sentirsi dire semplicemente che era nevrotico e che avrebbe fatto bene ad andare in pensione  "per il bene di tutta la categoria". Consultò un altro medico e poi un altro, quattordici in tutto, tra cui tre dei più illustri clinici diagnostici in America.[...] Era ormai quasi al termine del suo calvario quando, quando si imbattè nel primo articolo medico pubblicato nel 1924 dal dr. Seale Harris sul Journal of the American Medical Association.
Gyland fece allora il test di tolleranza al glucosio di 5 ore (GTT) e scoprì di avere un tasso di glucosio insufficiente nel sangue...l'ipoglicemia...i blues da zucchero. Seguì allora i consigli di Harris, adottò una dieta più semplice, eliminando tutti i prodotti raffinati. I suoi sintomi d'ansia, i tremiti, i capogiri, le nevrosi e l'arteriosclerosi sparirono.[...] Il dottor Gyland era amareggiato e seccato al punto giusto e saltò alla ribalta con una lettera al Journal dell'AMA in cui rimproverava ai suoi colleghi di aver ignorato il magnifico lavoro da pioniere fatto dal dr. Harris. Giurò di voler trarre profitto da una lezione così duramente imparata per contribuire a diagnosticare e curare le legioni di persone che soffrivano di sugar blues, tra cui i molti cui era stato detto - come era capitato a lui- che lo zucchero raffinato era un buon rimedio per le loro malinconie e altre miserie, quando ne era invece la causa. Cercò poi di dimostrarlo praticamente, trattando oltre 600 pazienti che soffrivano dei suoi stessi sintomi e scrisse uno studio esauriente su questi casi, con diagnosi dettagliate, i sintomi ed il modo con cui rispondevano al suo trattamento, che iniziava sempre con la completa soppressione dei carboidrati raffinati, specie zucchero e farina bianca. Divenuto una pulce nell'orecchio dell'AMA, gli venne finalmente concesso di leggere quanto aveva scritto di fronte ad una delle Associazioni Mediche. Attese però invano anni di veder pubblicati i suoi studi.[...]
Mentre Gyland peregrinava da uno specialista all'altro [...], uno scrittore scientifico, che aveva studiato ad Harvard e al MIT stava passando per lo stesso scoraggiante calvario. Dovette girovagare per innumerevoli sale di consultazione, sopravvivere a diagnosi sbagliate e trattamenti inadatti per più di dieci anni prima di trovare un medico che isolasse il vero problema, lo confermasse con un test GTT e lo liberasse dallo zucchero. Lo scrittore, W.A. Pezet, vide i suoi malanni sparire. Pose allora delle domande stringenti al suo medico, il dr. Abrahamson:
"Perchè così tanti medici non sanno nulla su questa costellazione di sintomi che affliggono tanti milioni di persone? Se la diagnosi è così semplice e la rimozione della causa dei sintomi più semplice ancora, che cosa si deve pensare di tutta la preparazione dei medici?"
Il senso della missione si approfondì in Pezet, quando si accorse che sua moglie soffriva degli stessi suoi sintomi e che, dopo aver smesso lo zucchero, ne aveva avuto lo stesso sollievo. Ne risultò una proficua collaborazione Abrahamson - Pezet, con la pubblicazione nel 1951 del volume storico  Corpo, Mente, Zucchero
La vendita di più di 220 mila copie rivelava in modo significativo il grande interesse del pubblico sul soggetto.
Nonostante tanti libri e articoli di questo genere, l'Associazione Medici Americani continuava ad assicurare all'America che i suoi membri sanno tutto su ciò che ci fa o non ci fa ammalare.
Il suo Journal, infatti, nel 1973 proclamava:
"Fatti pubblicizzati di recente nella stampa popolare hanno portato il pubblico a credere che la frequenza dell'ipoglicemia sia cosa comune nel Paese e che i molti sintomi che affliggono gli americani siano dovuti alla suddetta malattia e non riconosciuti come tali. Queste affermazioni non sono sostenute da alcuna prova medica...Ipoglicemia vuol dire basso livello di zucchero nel sangue. Quando si manifesta, si hanno sintomi come sudorazione eccessiva, tremiti, ansia, battito cardiaco accelerato, emicranie, sensazioni di fame, debolezza passeggera, a volte convulsioni e coma. Però , la maggior parte delle persone con questi sintomi non ha l'ipoglicemia".
Come possono proclamare così sicuramente di saperlo?
Tra chi si poneva questa domanda c'era Marylin Hamilton Light, direttrice della Società di ricerche adreno-metaboliche per l'ipoglicemia, che aveva vissuto lo stesso incubo del dott. Gayland. [...] Scrisse al ministero della Sanità Educazione e Assistenza pubblica e chiese di avere i loro dati sull'incidenza dell'ipoglicemia nel paese. Ecco la risposta: "...Dati non pubblicati dal censimento sanitario indicano che circa 66 mila casi sono stati accertati con inchieste a domicilio di persone non facenti parte di istituzioni, durante l'anno 1966-1967, Di 134 mila persone intervistate, si riportano 66 mila casi di ipoglicemia; questo rappresenta il 49,2% delle persone interrogate". 
Non la maggioranza, bensì solo il 49,2%!
[...] Ve lo sareste aspettato?Ve l'immaginate il Ministero della Sanità l'Ordine dei medici che cancellano una campagna contro il cancro o le malattie di cuore perchè non affliggono ancora la maggioranza delle persone, ma solo un misero 49,2%?"

Insomma il problema del mal di zucchero è un problema strisciante, spesso sottovalutato se non a volte deriso, di cui iniziamo a renderci conto dell'entità solo quando sparisce dalla nostra tavola e su cui non mi ripeterò mai abbastanza di sottolinearne i rischi.


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