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22/03/18

Masticare può salvare la vita: l'esperienza di Lino Stanchich

Quante volte nella vita ci viene detto di masticare piano e lentamente? Quante volte riusciamo a farlo davvero? Beh, per quanto mi riguarda lo ammetto, faccio davvero fatica a non trangugiare quello che ho nel piatto; sin da bambino sono sempre stato vorace, ho un rapporto viscerale con il cibo.
Inizialmente pensavo che masticare bene fosse poco più che un gesto di bon ton, nel migliore dei casi un modo per digerire meglio, ma pur sempre un dettaglio trascurabile.
Poi a un certo punto della mia vita scopro la macrobiotica e rimango incuriosito da questa affermazione di Georges Ohsawa:



Occorre masticare ogni boccone almeno 50 volte e, se volete assimilare il metodo macrobiotico il più rapidamente possibile, da 100 a 150 volte. "dovete masticare le vostre bevande e bere i vostri cibi" diceva Gandhi.
 Il più delizioso boccone, diventa tanto migliore quanto più lo masticate.

G. Ohsawa "Lo zen macrobiotico e l'arte della longevità"


Cercando di capire il motivo di questa raccomandazione scopro che la ptialina, l'enzima presente nella nostra saliva, gioca un ruolo fondamentale nella digestione e nella scomposizione degli amidi dei cereali e che, se quest'ultimi non sono ben insalivati, non vengono ben assimilati, creando muco e scorie acide (da qui la convinzione, vera a metà, che i cereali creino acidità).
Scopro anche che Ohsawa raccomanda la masticazione anche come forma di meditazione in quanto masticare lentamente obbliga la persona a fare uno sforzo di pazienza e di presenza verso ciò che si sta facendo. 
Leggendo "Il medico di se stesso" di Naborou Muramoto scopro anche che per la medicina cinese la masticazione rafforza anche la vitalità e la salute degli organi sessuali e dell'intestino crasso i meridiani energetici che ne presiedono la vitalità sono legati alla muscolatura della mandibola.
Insomma arrivo a scoprire che la masticazione non è una cosa proprio di poco conto!
Pensavo però che una corretta masticazione non potesse avere ancora altre funzioni  più importanti di questa. Poi invece scopro che addirittura può salvare la vita. 
E lo scopro leggendo la storia di quest'uomo, chiamato Lino Stanchich, che racconta come la masticazione abbia salvato la vita a lui e a suo padre quando, in due periodi storici diversi furono imprigionati e condannati ai lavori forzati:

Nel 1943, durante la seconda guerra mondiale, mio padre Antonio Stanchich fu fatto prigioniero in Grecia dai Tedeschi e mandato in Germania in un campo di concentramento.
Il lager era collegato ad una fabbrica dove tutti i prigionieri erano obbligati a lavorare molto duramente, d'inverno faceva molto freddo, le baracche erano poco riscaldate, l'abbigliamento inadeguato e il cibo insufficiente.
Mio padre mi disse: "Avevo quasi sempre freddo ed ero costantemente affamato". Al mattino mio padre riceveva una tazza di caffè di cicoria ed una fetta di pane, a pranzo e a cena gli veniva data una zuppa in cui c'erano patate e qualche altra verdura oltre a cereali o fagioli e saltuariamente un pò di carne.
Un'immagine recente di Lino Stanchich
Non passava giorno senza che qualcuno morisse di fame e durante i freddi mesi invernali molti altri morivano di assideramento... Fu allora che mio padre fece una scoperta che gli avrebbe salvato la vita: quando aveva sete, istintivamente tratteneva l'acqua fredda in bocca e la "masticava" per intiepidirla prima di deglutirla, normalmente masticava 10-15 volte.
Un giorno che l'acqua era particolarmente fredda, la masticò 50 volte! Oltre a calmare la sete, l'acqua effettivamente sembrava dargli energia. Dapprima pensò che fosse solo la sua fantasia, ma dopo ripetuti esperimenti, mio padre concluse che, in effetti, ,masticare l'acqua 50 volte o più gli forniva maggiore energia. Era perplesso, come poteva della semplice acqua dargli energia? Quarant'anni più tardi questo mistero venne chiarito.
Mio padre cominciò un esperimento. All'inizio masticava ogni boccone di cibo solo 50 volte, poi provò 75 volte, poi 100, 150, 200, fino a 300 volte per boccone...a volte di più.
Egli mi disse che il numero magico di masticazioni era 150, dopodichè poteva proseguire quasi all'infinito con un continuo aumento di energia. Spesso c'era poco tempo per masticare, il pasto del mattino durava mezz'ora; il pranzo un'ora, mentre il tempo della cena durava quanto voleva lui.
La tecnica che mio padre aveva sviluppato era semplice: mettere un cucchiaio di liquido o di cibo solido in bocca e masticare, contando ogni masticazione. Egli condivise la scoperta con i suoi amici, la maggior parte dei quali gli disse: " Via Toni, tutto ciò è solo nella tua testa!". I suoi amici pensavano che 10 o 20 volte fossero sufficienti, ma due di loro si unirono a mio padre nelle sue sedute di masticazione e confrontarono le rispettive esperienze. 
Tutti conclusero che questa tecnica dava loro più energia, si sentivano meno affamati e perfino più caldi.
Dopo due anni di campo di concentramento, nel 1945, i prigionieri vennero liberati dall'esercito Americano...Della squadra di mio padre soltanto in 3 sopravvissero, mio padre e i suoi 2 amici che praticarono la masticazione...
Nel 1949 la Yugoslavia si ritrovava in una situazione politica tumultuosa. Il governo comunista non permetteva ai cittadini italiani di andare in Italia...Quell'anno tentai la fuga, ma fui catturato alla frontiera e condannato a 2 anni e mezzo di lavori forzati. A 17 anni mi trovai anch'io ad essere prigioniero. Anche se non fu orribile come il campo di concentramento tedesco in cui fu imprigionato mio padre, la mia prigionia fu estremamente dura, la dieta era simile a quella di mio padre: un panino con caffè di cicoria per colazione, una tazza di zuppa in genere con orzo e fagioli a pranzo, la stessa cosa per cena.
Una volta a settimana la zuppa comprendeva un pò di carne, consideravo buono il pasto quando trovavo almeno 20 fagioli nella zuppa. Anch'io ero sempre affamato.
C'era però una differenza rispetto all'esperienza di mio padre: a me veniva concesso un piccolo pacco da casa, una volta al mese. Siccome i pacchetti spesso non arrivavano, chiesi a mia madre di mandarmi cipolle crude, sale e pane integrale affettato e secco, sentivo che nessuno avrebbe rubato un pacco simile e, in effetti, li ricevetti tutti. 
Questo fece la differenza, affettavo la cipolla in lunette, la intingevo nel sale e la masticavo con un pizzico di pane secco, bastava berci sopra uno o due bicchieri d'acqua che mi sentivo sazio. Se masticavo adeguatamente mi sentivo pieno di energia e con una strana sensazione di fiducia e coraggio, non avevo paura di niente e di nessuno. Masticavo nel modo che mio padre mi aveva insegnato, fino a 150 volte e oltre, con un'aggiunta importante: masticavo con gli occhi chiusi. I risultati furono eccellenti...
La mia esperienza nel campo di concentramento mi influenzò profondamente. Quando tornai a casa, nel 1951, sembravo molto più adulto rispetto ai miei 19 anni...Un anno dopo fu concesso alla mia famiglia di andare in Italia e nel 1953 emigrammo negli Stati Uniti d'America. Il cibo era abbondante lì. Insieme a mio fratello gestimmo diversi ristoranti di nostra proprietà. Con la ricca dieta americana non c'era certo il problema della fame ed io cessai il mio regime di masticazione.
Passarono molti anni quando cominciai ad accusare gli effetti dannosi derivanti dal mio modo di vivere altamente stressante. Con sorpresa mi resi conto che stavo scavandomi la fossa con la mia forchetta! La nutrizione e i cibi naturali divennero uno dei miei interessi, provai molte diete, dal crudismo alla dieta di sola frutta, dalla iper-proteica alla lacto-vegetariana, tutte funzionavano temporaneamente.
Poi scoprii la macrobiotica, che studiai ed adottai con entusiasmo, ero ancora una volta deciso a sopravvivere.

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