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Questo blog vuole essere un mezzo per far incontrare due punti di vista che sembrano che sembrano proprio non andare d'accordo: la filos...

25/10/19

Ohsawa è tornato e voi lo dovete leggere!

Da quando incominciai a interessarmi di macrobiotica, più di una decina di anni fa, mi sono chiesto spesso come mai si parlasse così poco del suo fondatore e fosse così difficile trovare i suoi libri.
Ammetto che non sono riuscito ancora
a trovare una risposta a quella domanda, ma allora capii che fosse necessario fare qualcosa per rendergli giustizia.
Per me era davvero un enorme peccato che molte persone che affermavano di conoscere la macrobiotica non avessero mai letto assolutamente nulla di Ohsawa o lo conoscessero solo per sentito dire associandolo sempre a un modello alimentare a loro dire antiquato.
Ohsawa durante una conferenza
In realtà chi ha  messo in disparte Ohsawa ha commesso il delitto di aver messo in soffitta tutte le sue geniali intuizioni e idee nel campo non solo dell'alimentazione, ma anche della metafisica, della scienza, della chimica e dell'educazione così come la sua chiave preziosa per comprendere la logica dei popoli estremo orientali e una visione più ampia della realtà: il principio yin-yang.
Georges Ohsawa è stato tra i primi a portare in Europa
l'agopuntura, lo zen e l'ikebana così come a far conoscere agli occidentali la figura del grande maestro fondatore dell'Aikido Morihei Ueshiba.
Non c'è argomento che Ohsawa non abbia affrontato con piglio geniale, dalle trasmutazioni atomiche a debole energia, allo studio delle personalità dei grandi personaggi storici, passando alla fisiognomica e all'origine della materia e della coscienza.
Insomma sentivo che dovevo fare qualcosa per riportare alla luce il suo pensiero, ma non sapevo proprio cosa e come avrei potuto fare.
Ohsawa con il grande
 Sensei Ueshiba
La soluzione arrivò dall'amico Luca Chiesi che era in cerca di volontari per tradurre e pubblicare un libro che era una sorta di raccolta delle parti più importanti di tutta la sua bibliografia.
Il libro era frutto delle ricerche di Jacques Mittler, uno studioso francese che ad oggi vanta più di 50 anni di conoscenza diretta dell'argomento.
L'idea di Luca raccolse subito l'entusiasmo mio e di molti altri sparsi in tutta Italia e formammo una squadra di lavoro molto affiatata.
Usando delle piattaforme on line siamo riusciti a condividere tutto il materiale che ciascuno di noi traduceva, correggeva e revisionava decidendo insieme anche la grafica e la modalità di stampa e distribuzione. Insomma credo che abbiamo fatto una cosa che nessuno aveva mai fatto prima e il risultato è stato straordinario soprattutto grazie all'enorme mole di lavoro portata avanti da Luca come curatore e dal carissimo Fabio Procopio come revisore del progetto.
La pubblicazione di questo libro mi ha permesso in parte anche di sdebitarmi verso Ohsawa perchè la sua macrobiotica mi ha aiutato a riconquistare la salute in un periodo difficile.
Ti consiglio davvero di prendere questo libro perchè è un piccolo scrigno dove ad ogni pagina puoi trovare un tesoro di grande valore.
Il libro è davvero un opera molto ben fatta e il costo è stato tenuto volutamente molto basso perchè il nostro interesse primario è che la filosofia di Ohsawa si diffonda ed esca dal recinto in cui è stata rinchiusa finora. Ciascuno di noi per quest'opera ha messo a disposizione il suo tempo, qualcuno anche soldi e di avere un guadagno non ci interessa granchè.
Ciò che ci arricchisce di più è la gioia di aver contribuito a diffondere qualcosa di importante che siamo sicuri che sarà apprezzato sempre di più in futuro.
Se siete interessati a ordinare il libro lo potete fare compilando il form sul sito http://lagrandeopera.it.
Spero davvero che vi interesserà e vi appassionerà come è successo a me!


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24/10/19

Uno sguardo lucido sul futuro

Oggi vi voglio parlare di un libro che è uscito da qualche mese e che è stata sicuramente una delle letture migliori degli ultimi anni.
Si chiama "Nutrire il futuro" pubblicato da Edizioni Mediterranee e l'autore è Carlo Guglielmo che è uno dei pionieri in Italia della macrobiotica e dell'alimentazione naturale, conosciuto ai più per la pubblicazione del bestseller "Il grande libro dell'ecodieta".
Quello che mi è piaciuto di questa sua nuova opera è il fatto che ci sia finalmente qualcuno oltre ad Ohsawa non si limita a parlare di filosofia Yin Yang riferendosi solo al cibo, ma anche all'analisi dei fenomeni storici e della società, gettando uno sguardo sul futuro.
Prima di proseguire con la recensione di questo libro ti consiglio però di dare una lettura al mio articolo sull'opera più completa mai pubblicata sul pensiero di Ohsawa che puoi trovare qui.
Tornando al libro di Guglielmo, io ho apprezzato molto la lucidità, l'intelligenza e la ricchezza di informazioni a cui l'autore ha attinto per la sua analisi.


L'autore riflette su cosa potremmo aspettarci e la sua visione non è certo buonista o consolatoria, ma invece piuttosto cruda e mette sotto il naso del lettore tutti i problemi e le sfide che l'uomo dovrà risolvere, pena la sua stessa estinzione.
L'opera si apre con una breve spiegazione del principio yin yang e dell'alimentazione che si ispira a questo principio. Prosegue poi raccontando l'evoluzione dell'uomo e dei popoli arrivando al giorno d'oggi individuando tutti i fattori sociali e alimentari che hanno cambiato radicalmente l'approccio dell'uomo con il suo ambiente con i suoi vantaggi e svantaggi.
Si continua parlando degli ultimi 4 livelli di giudizio di Ohsawa (se vuoi capire meglio di cosa si tratta ho scritto un articolo a riguardo che puoi leggere qui) e del modo in cui la società dei giorni nostri li ha sviluppati.
Per ognuno di questi livelli di giudizio è dedicato un capitolo in cui si parla di argomenti molto importanti e ancora sconosciuti ai più, come il pensiero transumanista, l'intelligenza artificiale, interfacce uomo-computer, microchip, stimolazione trans-cranica, controllo sociale avanzato e lotta ai cambiamenti climatici offrendo una visione lucida e disillusa.
E mostra come sarà davvero improbabile che questi strumenti potranno essere realmente di aiuto all'umanità, ma che al contrario porteranno un probabile aumento delle diseguaglianze essendo promossi e voluti da un sistema economico che si regge sullo sfruttamento di persone e risorse.
Un sistema che vuole l'uomo come una macchina che è utile nella misura in cui alimenta il sistema stesso consumando beni.
Però il destino è ancora da scrivere e sarà lo sviluppo della coscienza e della consapevolezza dei singoli a determinare un futuro realmente sostenibile o una distopia tecnologica.
D'altronde, come dice provocatoriamente l'autore, la democrazia e i diritti umani sono un "lusso", qualcosa che è stato duramente guadagnato in passato e che esisteranno finchè ci saranno un benessere economico e una consapevolezza diffusa in grado di mantenerli. Nessuno ce li può garantire a priori.
Concludo consigliando caldamente questa lettura con la speranza che possa svegliare alcune persone dal sonno dei nostri giorni.


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03/09/19

La caduta e la resurrezione del dottor Gyland e dello scrittore Pezet

Nell'articolo precedente (che puoi leggere qui) ho voluto darti una panoramica di come lo zucchero, una volta ingerito, sconvolga  l'equilibrio glicemico del corpo e di come le cellule cerebrali, che sono le più sensibili alle variazioni di glucosio del sangue, ne risentano pesantemente.
Ora ti dirò invece di come mondo dell'alimentazione naturale (di cui il sottoscritto, a volte suo malgrado, ne è parte :D) debba ringraziare lo zucchero!! Dico davvero: se non ci fosse stato lo zucchero che ci avesse reso così deboli e pieni di problemi, probabilmente non avremmo mai cambiato alimentazione e capito quanto essa fosse importante! Non avremmo cambiato parte del nostro destino!
Infatti i danni che lo zucchero apporta a livello fisico e psicologico non sono certo un segreto per coloro che l'hanno eliminato dalla propria dieta.
Questa certezza nasce in noi non tanto dopo esserci fatti convincere da studi scientifici (che eppure sono numerosi e autorevoli) nè tantomeno dalla fede cieca in qualcosa di filosofico e astratto.
No, nulla di tutto questo ci ha portato a capire davvero, semmai la ricerca delle prove o aderire a una filosofia è qualcosa che è venuto dopo la nostra presa di coscienza. Ma la presa di coscienza è avvenuta per mezzo di un processo empirico, terribilmente pratico e terribilmente reale:semplicemente, dopo tanti tentativi falliti e sofferenze, abbiamo provato a fare a meno dello zucchero e a cambiare alimentazione e sorprendentemente, dopo poco tempo abbiamo iniziato a sentirci molto meglio. Nè più nè meno.
E non c'è davvero altro modo di capire che verificando su di te. E stranamente più il modo di verificare è semplice, meno sono le persone che lo intraprendono.
Forse perchè è responsabilizzante, forse perchè apparirai come quello strano, l'invasato, forse perchè hai paura che ti prenderanno in giro, hai paura di perdere l'affetto di chi ti sta vicino...insomma i motivi possono essere tanti.
Tu hai mai provato ad abolire lo zucchero e l'alcol per un mese e a passare ad un alimentazione in prevalenza di cereali integrali, verdure e legumi? No, non si muore, però nei primi giorni l'organismo non prende tanto bene questo cambiamento, questo è vero. No, non è triste questo modo di mangiare, non necessariamente. Dici che ci si sente meglio per un effetto placebo? Intanto prova e poi mi dici.
Se hai paura di fare questo passo da solo fatti seguire da un dietologo, o da un nutrizionista, fai quello che vuoi, basta che togli zucchero e dolciumi dalla tua dieta e trovi dei sostituti validi (a tal riguardo puoi leggere un mio articolo che ne parla cliccando qui).
Per farti capire meglio voglio riportarti alcuni passaggi ancora dal bestseller "Sugar blues, il mal di zucchero" di William Dufty che ti consiglio vivamente di aggiungere alla tua libreria personale:

"La storia del dr. Stephen Gyland di Tampa, Florida, è un caso esemplare. Questo medico cadde ammalato, con una miriade di sintomi e disturbi mentali e fisici: perdeva memoria e capacità di concentrazione; era debole e in preda alle vertigini, col cuore dal battito accelerato senza un motivo apparente; soffriva di crisi d'ansietà e di tremori inspiegabili.
Il dr. Gyland andò da uno dei più grandi specialisti che conosceva, per sentirsi dire semplicemente che era nevrotico e che avrebbe fatto bene ad andare in pensione  "per il bene di tutta la categoria". Consultò un altro medico e poi un altro, quattordici in tutto, tra cui tre dei più illustri clinici diagnostici in America.[...] Era ormai quasi al termine del suo calvario quando, quando si imbattè nel primo articolo medico pubblicato nel 1924 dal dr. Seale Harris sul Journal of the American Medical Association.
Gyland fece allora il test di tolleranza al glucosio di 5 ore (GTT) e scoprì di avere un tasso di glucosio insufficiente nel sangue...l'ipoglicemia...i blues da zucchero. Seguì allora i consigli di Harris, adottò una dieta più semplice, eliminando tutti i prodotti raffinati. I suoi sintomi d'ansia, i tremiti, i capogiri, le nevrosi e l'arteriosclerosi sparirono.[...] Il dottor Gyland era amareggiato e seccato al punto giusto e saltò alla ribalta con una lettera al Journal dell'AMA in cui rimproverava ai suoi colleghi di aver ignorato il magnifico lavoro da pioniere fatto dal dr. Harris. Giurò di voler trarre profitto da una lezione così duramente imparata per contribuire a diagnosticare e curare le legioni di persone che soffrivano di sugar blues, tra cui i molti cui era stato detto - come era capitato a lui- che lo zucchero raffinato era un buon rimedio per le loro malinconie e altre miserie, quando ne era invece la causa. Cercò poi di dimostrarlo praticamente, trattando oltre 600 pazienti che soffrivano dei suoi stessi sintomi e scrisse uno studio esauriente su questi casi, con diagnosi dettagliate, i sintomi ed il modo con cui rispondevano al suo trattamento, che iniziava sempre con la completa soppressione dei carboidrati raffinati, specie zucchero e farina bianca. Divenuto una pulce nell'orecchio dell'AMA, gli venne finalmente concesso di leggere quanto aveva scritto di fronte ad una delle Associazioni Mediche. Attese però invano anni di veder pubblicati i suoi studi.[...]
Mentre Gyland peregrinava da uno specialista all'altro [...], uno scrittore scientifico, che aveva studiato ad Harvard e al MIT stava passando per lo stesso scoraggiante calvario. Dovette girovagare per innumerevoli sale di consultazione, sopravvivere a diagnosi sbagliate e trattamenti inadatti per più di dieci anni prima di trovare un medico che isolasse il vero problema, lo confermasse con un test GTT e lo liberasse dallo zucchero. Lo scrittore, W.A. Pezet, vide i suoi malanni sparire. Pose allora delle domande stringenti al suo medico, il dr. Abrahamson:
"Perchè così tanti medici non sanno nulla su questa costellazione di sintomi che affliggono tanti milioni di persone? Se la diagnosi è così semplice e la rimozione della causa dei sintomi più semplice ancora, che cosa si deve pensare di tutta la preparazione dei medici?"
Il senso della missione si approfondì in Pezet, quando si accorse che sua moglie soffriva degli stessi suoi sintomi e che, dopo aver smesso lo zucchero, ne aveva avuto lo stesso sollievo. Ne risultò una proficua collaborazione Abrahamson - Pezet, con la pubblicazione nel 1951 del volume storico  Corpo, Mente, Zucchero
La vendita di più di 220 mila copie rivelava in modo significativo il grande interesse del pubblico sul soggetto.
Nonostante tanti libri e articoli di questo genere, l'Associazione Medici Americani continuava ad assicurare all'America che i suoi membri sanno tutto su ciò che ci fa o non ci fa ammalare.
Il suo Journal, infatti, nel 1973 proclamava:
"Fatti pubblicizzati di recente nella stampa popolare hanno portato il pubblico a credere che la frequenza dell'ipoglicemia sia cosa comune nel Paese e che i molti sintomi che affliggono gli americani siano dovuti alla suddetta malattia e non riconosciuti come tali. Queste affermazioni non sono sostenute da alcuna prova medica...Ipoglicemia vuol dire basso livello di zucchero nel sangue. Quando si manifesta, si hanno sintomi come sudorazione eccessiva, tremiti, ansia, battito cardiaco accelerato, emicranie, sensazioni di fame, debolezza passeggera, a volte convulsioni e coma. Però , la maggior parte delle persone con questi sintomi non ha l'ipoglicemia".
Come possono proclamare così sicuramente di saperlo?
Tra chi si poneva questa domanda c'era Marylin Hamilton Light, direttrice della Società di ricerche adreno-metaboliche per l'ipoglicemia, che aveva vissuto lo stesso incubo del dott. Gayland. [...] Scrisse al ministero della Sanità Educazione e Assistenza pubblica e chiese di avere i loro dati sull'incidenza dell'ipoglicemia nel paese. Ecco la risposta: "...Dati non pubblicati dal censimento sanitario indicano che circa 66 mila casi sono stati accertati con inchieste a domicilio di persone non facenti parte di istituzioni, durante l'anno 1966-1967, Di 134 mila persone intervistate, si riportano 66 mila casi di ipoglicemia; questo rappresenta il 49,2% delle persone interrogate". 
Non la maggioranza, bensì solo il 49,2%!
[...] Ve lo sareste aspettato?Ve l'immaginate il Ministero della Sanità l'Ordine dei medici che cancellano una campagna contro il cancro o le malattie di cuore perchè non affliggono ancora la maggioranza delle persone, ma solo un misero 49,2%?"

Insomma il problema del mal di zucchero è un problema strisciante, spesso sottovalutato se non a volte deriso, di cui iniziamo a renderci conto dell'entità solo quando sparisce dalla nostra tavola e su cui non mi ripeterò mai abbastanza di sottolinearne i rischi.


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19/03/19

Lo zucchero lascialo stare, ci sono droghe migliori!

Da alimento raro, costosissimo, usato a piccolissime dosi per lo più a scopo medicinale, a principale ingrediente della dieta contemporanea: la storia dello zucchero e della sua diffusione nel mondo è una storia di sfruttamento di popoli, di esaurimento di risorse naturali e di nuove sconsciute patologie che sorgevano nelle popolazioni che iniziavano a farne un uso sistematico.
In un solo articolo è impossibile parlare in maniera completa dei vari indizi, per non dire prove, che mettono la polvere bianca tra i più grandi responsabili dello stato degenerato di salute fisica e mentale di una buona fetta della popolazione mondiale.
D'altronde non c'è neanche bisogno che ne parli io, visto che c'è chi l'ha già fatto molto meglio di me: sto parlando del buon William Dufty e del suo bestseller  "Sugar Blues, il mal di zucchero", uscito nel l'ormai lontano 1975 e purtroppo sempre più attuale.
Vi consiglio assolutamente di leggerlo e di custodirlo nella vostra libreria personale perchè è un'opera veramente importante ed è impressionante la mole di lavoro e di ricerca fatta dall'autore nel rintracciare le fonti storiche e scientifiche a sostegno della sua tesi.
Tesi che, tra l'altro, l'autore del libro ha sperimentato sulla propria pelle avendo vissuto con innumerevoli disturbi di salute e vedendoli rapidamente e "miracolosamente" sparire togliendo lo zucchero dalla propria alimentazione e passando a una dieta basata su cereali, verdure, legumi e frutta.
Se vi interessa capire come liberarvi dallo zucchero e dall'ossessione per il sapore dolce potete leggere un mio articolo di un pò di tempo fa cliccando qui , per il resto ho gran poco da aggiungere a ciò che c'è già scritto in quest'opera e mi limiterò a citare un paio di passaggi del libro di Dufty che ho trovato particolarmente  interessanti.
Qui di seguito un passaggio del libro che parla in maniera chiara degli effetti e degli scompensi che lo zucchero scatena nell'organismo una volta ingerito.
In quest'altro articolo invece citerò, sempre dallo stesso libro, la storia di un medico e di uno scrittore la cui vita era stata seriamente compromessa da questa sostanza.
Quindi adesso lasciamo parlare Dufty:

Lo zucchero era veramente qualcosa di più potente della birra o del vino e anche della maggior parte dei farmaci conosciuti dall'uomo. Nessuna meraviglia che gli uomini di medicina arabi e giudei usassero lo zucchero raffinato con cautela e in dosi minime.[...] Come fanno notare i dottori Abrahamson e Pezet in "Corpo, mente e zucchero" ,  "uno stato di ipoglicemia, in cui il tasso di zucchero nel sangue è relativamente basso,tende ad affamare le cellule del corpo, specie quelle del cervello." 
[...] Quando va tutto bene, questo equilibrio è mantenuto stabilmente dalle ghiandole surrenali. Se ingeriamo dello zucchero raffinato (saccarosio), assorbiamo una sostanza che rappresenta lo stadio ultimo di trasformazione prima del glucosio, sostanza che sfugge così in larga misura ai processi chimici del nostro corpo. Il saccarosio passa direttamente  nell'intestino, dove diventa glucosio "predigerito"; questo, a sua volta, è assorbito dal sangue, dove il rapporto di equilibrio tra glucosio e ossigeno è già stato prestabilito  con precisione: ecco allora che il livello di gluscosio nel sangue viene drasticamente aumentato, l'equilibrio distrutto ed il corpo entra in crisi.
E' il cervello a registrarlo per primo. Dalla corteccia surrenale esce un flusso di ormoni per mobilitare tutte le riserve chimiche che possono equilibrare l'eccesso di zucchero: dalle isolette del pancreas esce l'insulina, che serve proprio a tener basso il livello di glucosio nel sangue, lavorando in antagonismo complementare agli ormoni delle surrenali (adrenalina), che si preoccupano di tener alti invece i livelli di zucchero. Tutto ciò avviene con un ritmo frenetico, e i risultati sono prevedibili: andando troppo in fretta, si spinge troppo in là. Il tasso di glucosio nel sangue  scende ad un livello bassissimo ed una seconda crisi si produce in conseguenza della prima.[...] Tutto questo si riflette sulle nostre sensazioni, su come ci sentiamo. Quando il glucosio viene assorbito dal sangue, ci sentiamo in forma e viviamo un rapido "tirarsi su". Però questo aumento di energia presa a prestito non tarda a subire un calo e il glucosio scende al minimo.
Ci sentiamo allora stanchi, provati e dobbiamo fare uno sforzo anche solo per muoverci o pensare e questo sino a che il tasso di glucosio non sia nuovamente risalito, [...] ci capita di essere irritabili, tutti nervi e scatti.
La gravità di una crisi conseguente ad un'altra crisi dipende dal sovraccarico di glucosio. Se continuiamo ad assorbire degli zuccheri, una nuova doppia crisi comincia sempre prima ancora che quella vecchia sia finita. L'accumularsi delle crisi arriva entro la fine della giornata a farci "dare i numeri".
Come risultato di anni ed anni di giornate come questa, ci ritroviamo con le ghiandole surrenali distrutte: non tanto a causa del superlavoro, quanto dai continui "colpi di frusta". La produzione globale di ormoni è scarsa e le quantità sono sfasate; questa funzione alterata si riflette sul sistema endocrino. Ben presto il cervello può avere difficoltà a distinguere quello che è reale da quello che non lo è. Se poi siamo sottoposti ad uno stress, andiamo a pezzi, perchè il nostro sistema endocrino non ce la fa più;[...] I medici che hanno studiato questo meccanismo notano che " siccome le cellule cerebrali sono quelle che dipendono interamente dal tasso di glucosio nel sangue per il loro nutrimento, sono dunque le più colpite. Il preoccupante aumento ed il grandissimo numero di "malati di nervi" tra la popolazione è proprio una riprova di questo fenomeno".



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03/02/19

Nè buoni, nè cattivi

"Perciò il maestro è disponibile per tutti
e non respinge nessuno.
E' pronto a far buon uso di ogni situazione
e non spreca nulla.
E' quello che si dice impersonare la luce.

Che cos'è un uomo buono, se non un maestro per uomo cattivo?
Che cos'è un uomo cattivo, se non un lavoro per un uomo buono?
Se non capisci questo ti perderai,
per quanto tu sia intelligente.
Questo è il grande segreto."







"...più il nostro intuito si fa chiaro su ciò che è al di là del bene e del male, più possiamo incarnare il bene.
[...] L'insegnamento del Tao Te Ching è morale nel senso più profondo. Libero da ogni concetto di peccato, il Maestro non vede il male come una forza a cui resistere, ma semplicemente come un'opacità, uno stato di auto-assorbimento che è in disarmonia con il processo universale, come accade con lo sporco su di una finestra, che non lascia entrare la luce."
Questa libertà dalle classificazioni mentali, permette di mettere sotto un'altra luce i malvagi e gli e gli egoisti.


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Lao Tse, Tao Te Ching, nuova versione a cura di Stephen Mitchell,2011, Ed. Punto di incontro, prologo

Fare senza fare


"Sempre meno hai bisogno di forzare le cose,

fino ad arrivare finalmente al non agire.
Quando non si fa niente,
niente è lasciato da fare"




"Wei-wu-wei, letteralmente fare senza fare, è visto come passività. Ma nulla potrebbe essere più lungi dal vero.
Un buon atleta può entrare in uno stato di consapevolezza del corpo, nel quale il colpo giusto o il giusto movimento si compiono da sè, senza sforzo, senza interferenze della volontà cosciente. Questo è un esempio di non azione: la più pura ed efficace forma di azione. Il gioco gioca il gioco, la poesia scrive la poesia; Non si fa niente, perchè chi fa è svanito con tutto il cuore nell'azione; il carburante è stato completamente trasformato in fiamma. Questo 'niente' , di fatto, è tutto. Succede quando ci fidiamo dell'intelligenza dell'Universo, nello stesso modo in cui un atleta o una ballerina si fidano della superiore intelligenza del corpo. Da questo l'enfasi di Lao Tse sulla dolcezza. Dolcezza significa l'opposto di durezza, ed è sinonimo di flessibilità, adattabilità, sopportazione. Chiunque abbia visto un Maestro di Tai Chi o di Aikido fare senza fare, conoscerà la potenza di questa dolcezza.
[...]Il Maestro ha vinto la natura: non nel senso che l'ha conquistata, ma nel senso che si è trasformato in essa."

Lao Tse, Tao Te Ching, nuova versione a cura di Stephen Mitchell,2011, Ed. Punto di incontro, prologo


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18/01/19

Che cos'è esattamente la salute?


Cos’è per voi la salute? E’ solamente l’assenza di malattie? O anche qualcosa di più?
Con il passare del tempo trovo sempre più banale l’idea che la nostra società dà alla salute che consiste solo nell’assenza di problemi fisici o mentali.
Questa per me è una definizione che significa poco e che non dà nessun valore alle scelte, le passioni, l’attitudine e il modo di vedere la vita che ogni singola persona possiede. Questo significato di salute per me fa passare un messaggio subdolo che suona all’incirca così:
“ Potete tranquillamente vivere una vita di merda, l’importante è che non vi ammaliate!” 


Rifiutandomi di vedere la salute solo come un semplice stato di equilibrio fisiologico, ho apprezzato sempre di più il modo di vedere di Georges Ohsawa: lui definiva la salute come la felicità stessa che è quell’entusiasmo di vivere donando, realizzando i propri sogni e trasformando i problemi in sfide e opportunità.
Per fare in modo che una persona potesse valutare il proprio livello di salute ha creato un test simpatico in cui ciascuno decide di darsi un punteggio sulla base di quanto si rispecchia in ciascuna di queste affermazioni.

1 Nessuna stanchezza (vale massimo 5 punti)
Non si è mai affaticati, si sente che si ha l’energia necessaria a superare le difficoltà che si presentano senza scoraggiarsi.
2 Buon sonno (massimo 5 punti)
Dormire bene, senza incubi. Prendere sonno dopo 3 minuti che si appoggia la testa sul cuscino. Non svegliarsi per andare in bagno. Svegliarsi rigenerati all’ora che ci si era prefissi
3 Buon appetito (massimo 5 punti)
Avere appetito per le cose semplici e buone non solo del cibo, ma della vita. Trovare l’alimento più semplice come il più gustoso.
4 Buona memoria ( massimo 10 punti)
Ricordare tutto e ricordare sempre più con l’avanzare dell’età.
5 Buon umore (massimo 10 punti)
Non si prova rancore, si vive in modo grato e riconoscente aiutando gli altri a essere felici.
6 Rapidità (massimo 10 punti)
Si agisce in maniera rapida, efficace, efficiente e con eleganza.
7 Senso di giustizia (massimo 55 punti)
Integrità. Essere onesti. Realizzare che la realtà non ha nulla che non va’ perchè siamo i creatori della nostra realtà. Capacità di realizzare la vita che vogliamo.

Sommando i punteggi di ciascuna condizione si ottiene un punteggio che col tempo può solo migliorare. Non preoccupatevi siamo in molti ad avere un punteggio basso :). 
Come diceva Ohsawa: “ Se avete totalizzato 0 non preoccupatevi. Vuol dire che siete onesti e che non avrete problemi a migliorare la vostra salute”.


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