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13/03/18

I 7 livelli di (non) giudizio di Ohsawa

Oggi vi voglio parlare di un principio concepito da Ohsawa che può risultare un pò complesso e quindi soggetto a fraintendimenti, ma credo sia molto utile per poter vedere le cose in un'ottica alternativa: i 7 livelli di giudizio dell'uomo.
Nel suo libro "La filosofia della medicina dell'estremo oriente", Georges Ohsawa afferma che l'uomo interpreta la realtà e agisce seguendo 7 livelli di giudizio in cui il primo rappresenta il più primordiale e il settimo quello più evoluto.
 L'uomo decide più o meno consapevolmente quanto tempo passare della propria giornata e della propria vita in ciascuno di questi stati. Sostando nei livelli di giudizio più bassi l'uomo resta sempre più invischiato in una schiavitù emotivo-sensoriale, mentre più si sperimentano livelli di giudizio elevati più si diventa liberi e felici. 
E' importante a questo punto, per non creare fraintendimenti, che il termine giudizio per Ohsawa non ha nulla a che vedere con il significato che noi siamo abituati a dargli. 
Per il fondatore della macrobiotica infatti il giudizio è sinonimo di uno stato di coscienza, del livello di consapevolezza  e di capacità di vedere la realtà, che è tutto il contrario del significato che l'occidente da a questo termine dove spesso è associato all'idea di condanna o sentenza.
Questi, in maniera sintetica, sono le 7 tappe del giudizio secondo Ohsawa:

Georges Ohsawa durante una conferenza in Giappone
1 Giudizio Meccanico: vivere per abitudine e per inerzia facendo ciò che fanno gli altri. Si vive una vita al solo scopo di soddisfare gli istinti primari.
2 Giudizio Sensoriale: Le scelte di vita vengono prese sulla base di ciò che è più piacevole a livello fisico/sensoriale senza altro tipo di valutazioni. 
3 Giudizio Sentimentale: Compio le mie scelte sulla base delle emozioni che provo e sulle immagini dettate dai miei ricordi e dai miei attaccamenti affettivi. Un buon numero di persone che si dedicano all'attivismo in diversi ambiti (pacifismo,animalismo, ecc...) agiscono spesso più secondo una logica dettata dal sentimentalismo piuttosto che dall'etica e dal desiderio di giustizia (5a tappa).
4 Giudizio Intellettuale:colui che tende ad analizzare la realtà spezzettandola in pezzi sempre più piccoli e isolandoli dal contesto e crede che i risultati di queste interpretazioni siano la verità assoluta. Da questo tipo di giudizio nasce l'eccesso di specializzazione delle scienze occidentali che ha portato attualmente a creare molti professionisti che hanno una grandissima conoscenza di un dettaglio specifico, ma che spesso non sanno tenere conto della totalità del fenomeno che studiano e di come questo sia influenzato dalle infinite relazioni di quest'ultimo con tutto ciò che lo circonda.
5 Giudizio Sociale: si basa su etica, economia e moralità. Chi lavora su questo piano si interroga quale sia lo sviluppo migliore per l'uomo sulla base di fattori storici, informazioni, notizie e studi delle diverse culture. Nel rapporto col cibo la persona che possiede giudizio sociale ragiona in termini di sostenibilità ambientale ed economica o osserva le abitudini dei popoli che sono storicamente longevi per capire quale possa essere il modello alimentare migliore. 
Chi si occupa di politica dovrebbe agire il più possibile seguendo questo tipo di giudizio.
6 Giudizio religioso o ideologico: si basa sulla filosofia che oltre a tenere conto degli aspetti materiali, valuta anche le scelte migliori per la realizzazione spirituale dell'uomo. Si adattano teorie e modelli per cercare l'unione tra l'uomo e l'Assoluto. Tuttavia, come tutti i modelli e le teorie statiche esse restano limitate in virtù del fatto che tutto cambia e si trasforma e ciò che poteva essere utile ieri, oggi potrebbe non esserlo più.
7 Giudizio supremo: è il superamento del dualismo, del conflitto e delle divisioni.E' il trovare il buono ovunque, la fede assoluta dove niente è intollerabile. E' il modo di vedere la vita dell'uomo libero che sceglie il proprio destino realizzando i propri sogni. Non ha paure nè barriere interiori che lo limitano. Ha superato il dualismo materiale/divino, buono/cattivo.

Se lo scopo ultimo dell'uomo è sostare negli stati di coscienza più elevati, non bisogna comunque  dare definizioni moralistiche alle 7 tappe del giudizio. 
I 7 livelli di giudizio non si possono ridurre semplicemente a un semplice schema.
Così come ogni uomo cresce e impara dai propri sbagli, allo stesso modo la consapevolezza si sviluppa grazie alle tappe più basse senza le quali il giudizio più elevato non esisterebbe. 
Inoltre i livelli inferiori di giudizio svolgono a volte delle funzioni fondamentali: pensiamo a quando ad esempio meccanicamente (primo livello di giudizio) spostiamo la mano nel momento in cui tocchiamo un oggetto rovente. Quel gesto meccanico salva la nostra salute!
E qui emerge la seconda e la quarta legge dell'universo di Ohsawa: "Tutto ciò che ha una faccia ha un dorso" e "più larga la faccia, più largo il dorso"

"...le sette tappe del giudizio non sono estranee e indipendenti le une dalle altre. Sono fasi differenti di uno stesso giudizio. Sono gli steli, delle radici, i rami, il fogliame, i fiori, i frutti di un grande albero che si chiama "Giudizio" . Affinchè dei rami si sviluppino , e si producano dei bei fiori e frutti in quantità in alto nel cielo, ci devono essere delle radici sviluppate profondamente nella terra nera. 
Il fiore del loto, fiore del Buddha, è bello e nobile, elegante e pio. 
Ma le sue radici sono coperte dal fango più sudicio del fondo dello stagno che nutre questi bei fiori..."

G.Ohsawa "La filosofia della medicina dell'estremo oriente"

Possiamo quindi concludere che un elevato livello di consapevolezza consiste non tanto nel negare e reprimere gli stadi più meccanici e primordiali in quanto hanno una loro utilità, ma piuttosto nell'osservarli nella maniera più imparziale possibile mentre questi si manifestano. In questo modo automaticamente cambia e migliora la qualità della consapevolezza stessa. 
Per fare ciò è necessario entrare in uno stato di non giudizio che poi è l'essenza stessa del giudizio supremo (superamento del dualismo bello/brutto, giusto/sbagliato) di Ohsawa.
Perciò, paradossalmente, i 7 livelli di giudizio di Ohsawa si comprendono entrando in una logica di non giudizio.


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