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21/07/18

Vincere perdendo


"Il Tao è sempre a suo agio. Vince senza competere, risponde senza dire una parola, arriva senza essere chiamato, realizza senza avere un piano."

Lao Tsu


"Avevo appena lasciato mia moglie all'aeroporto internazionale di Los Angeles e mi apprestavo a tornare a casa. Salito in macchina, per guadagnare tempo feci inversione di marcia in un senso unico del parcheggio, ma stava sopraggiungendo un'altra auto, che dovette inchiodare i freni per evitare lo scontro. L'autista mi ricoprì di insulti. Chiesi scusa, ma l'energumeno continuò con le sue invettive e mi bloccò la via di uscita. Poi uscì dall'auto e raggiunse il mio finestrino, continuando il suo veemente sproloquio. Chiesi nuovamente scusa, ma rispose che intendeva darmi una lezione. Scesi prontamente dalla parte del passeggero in modo di mettere l'auto tra noi due.
Quando mi raggiunse lo stavo aspettando, con le braccia sui fianchi e le mani aperte. Avevo già deciso di non fare nulla, a meno che non fosse penetrato nel mio 'cerchio'. Si fermò a un paio di metri di distanza e prese a studiarmi.
"Le ho già chiesto scusa", dissi.
"Voglio strapparti quella tua lingua di bocca e infilartela in gola", fu la sua risposta.
"Beh, cosa ci guadagneresti", chiesi mantenendo la calma. "Ho quasi il doppio dei tuoi anni e ovviamente non hai nulla da temere da me".
Prese ad avanzare. Spostai il mio corpo quel poco che bastava a far avanzare leggermente il piede destro e a centrare il mio peso...Lo osservavo in modo da non mettere a fuoco un punto particolare del suo corpo, mentre ero perfettamente consapevole di tutto il suo insieme. Avevo assunto la classica posizione d'attesa...La mia mente era calma, aperta e rilassata, avevo fiducia nella mia capacità; sapevo di poter gestire bene qualsiasi cosa fosse accaduta.
"Ho dovuto bloccare i freni per finirti dentro", disse con tono un po' più conciliante.
"E' stata tutta colpa mia", risposi dandogli pienamente ragione.
"Va bene, smettiamola", disse e tornò alla sua auto.
Sebbene io fossi fiducioso e pronto a reagire al suo attacco, non ce ne fu bisogno. Chiedendo scusa per quello che in effetti era stato un mio errore, avevo disinnescato la sua ostilità. Non reagendo con aggressività, avevo fatto in modo che non avesse nessuna necessità di dimostrarmi qualcosa attaccandomi. Avevo 'vinto perdendo'.
Come dice Ed Parker: "La sola ragione per cui gli uomini lottano è che si sentono insicuri; un uomo sente il bisogno di dimostrare che è più forte di un altro. Chi è sicuro di se stesso non ha bisogno di dimostrare alcunchè, non deve far ricorso alla forza e quindi può allontanarsi da un conflitto con dignità e orgoglio. E' questo il vero praticante  delle arti marziali: un uomo talmente forte  interiormente da non aver bisogno di dimostrare la sua forza esteriore.
"Qual'è lo scopo dell'eccellere in un'arte marziale? E' essere in grado di abbandonare un conflitto anzichè lanciarsi nella battaglia per vincerla. Ma si abbandonerà il campo con fierezza, con atteggiamento orgoglioso, sapendo bene quale sarebbe stato il risultato dello scontro se si fosse deciso di scatenarlo. Questo stesso atteggiamento verrà recepito dall'avversario che si renderà conto di essere a malapena sfuggito alla disfatta"...
Aver fiducia non vuol dire però essere avventati. In una recente trasmissione  televisiva mi è stato chiesto cosa avrei fatto se qualcuno mi avesse puntato un coltello alle costole chiedendomi il portafoglio. Non ho avuto dubbi rispondendo "Glielo avrei dato".Non conosco un solo praticante di arti marziali che rischierebbe la vita per salvare il portafoglio!!!

                                                                                                    Joe Hyams - Lo zen e le arti marziali



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